Astronomia X: successi e prospettive
ScientificaMente Tg del 11 settembre 2009
Il padre dell'astronomia a raggi X torna a casa, ma solo per qualche giorno.
Riccardo Giacconi, premio Nobel per la fisica nel 2002, uno dei più noti “cervelli in fuga” dal nostro Paese, è stato ospite e protagonista della conferenza internazionale X Ray Astronomy 2009 che si è tenuta a Bologna dal 7 all'11 settembre.
Un appuntamento per fare il punto sul passato, il presente e il futuro dell'astronomia a raggi X di cui Giacconi è stato precursore. A lui si deve nel 1962 l'osservazione della prima sorgente X, Sco X-1, scoperta realizzata insieme a un altro italiano, il fisico Bruno Rossi, nell'ambito di un programma di ricerca dell'American Science and Engineering sui raggi cosmici in banda X.
Da allora, quando grazie ai due scienziati italiani fu mandato in orbita il primo rivelatore per questo tipo di emissioni cosmiche, sono stati sviluppati numerosi satelliti operanti nelle diverse zone dello spettro elettromagnetico, dando il via di fatto a una nuova era per l'astronomia.
La definizione delle caratteristiche delle Pulsar, l'osservazione dei buchi neri e dei gamma-ray burst (GRB) sono solo alcuni degli straordinari risultati ottenuti in questi anni grazie, tra gli altri, all'osservatorio Einstein, primo telescopio spaziale a raggi X in orbita dal 1978, all'italiano Beppo-Sax nello spazio dal 1996 al 2003 e ai più recenti Fermi gamma-ray space telescope e Xmm-Newton tutt'oggi operativi.
Ospiti di ScientificaMente, Roberto Giacconi, premio Nobel per la fisica 2002, e Paolo Giommi, responsabile Asi Data Center.