Pronti gli occhiali da sole di WFirst, il cugino di Hubble
Diciamo la verità, il vero successore del glorioso telescopio spaziale Hubble non sarà il tanto anelato James Webb, che le ultime previsioni danno in partenza nel 2021, ma un – diciamo così – “cugino grandangolare”, pronto al lancio già l’anno prossimo.
Stiamo parlando del Wide Field Infrared Survey Telescope, Wfirst in breve, un osservatorio spaziale in via di costruzione alla Nasa attorno a uno specchio da due metri e mezzo, identico identico a quello di Hubble.
Aggiornata di 30 trent’anni sarà invece la tecnologia del sensore, che permetterà di osservare una porzione di cielo 100 volte più ampia rispetto al predecessore. Un bel salto non c’è che dire.
Ma su Wfirst verrà installata un’altra primizia tecnologica: il più sofisticato coronografo mai progettato per una missione spaziale, il cui prototipo ha ora superato la fase finale di test in laboratorio.
Un coronografo serve per schermare la luce di una stella e riuscire così a distinguere uno o più pianeti che vi ruotino attorno, ottenendo quindi un’immagine diretta di quei mondi lontani la cui fioca luce riflessa sarebbe altrimenti sovrastata dal bagliore del loro sole.
Mentre i coronografi usuali fanno uso di mascherine opache, quello di Wfirst utilizza un sistema di dischi particolari che generano una cosiddetta interferenza distruttiva, filtrando la sola luce proveniente della stella.
Per compensare le distorsioni prodotte dalle ripetute riflessioni dei raggi luminosi sulla serie di specchi del telescopio, distorsioni che spappolano la luce stellare e nascondono quella del pianeta, il coronagrafo di Wfirst è dotato di speciali specchi la cui forma viene lievemente deformata da centinaia di minuscoli attuatori, controllati da un cosiddetto sensore di fronte d’onda. Questo permette di correggere le distorsioni nel flusso luminoso e, grazie a un ulteriore lavoro di pulizia del segnale, rivelare finalmente l’immagine dei pianeti più luminosi.
Tutto questo processo teoricamente rende visibile corpi un miliardo di volte meno luminosi della loro stella. Se una tale, complessa, tecnologia funzionerà effettivamente nello spazio, Wfirst ci permetterà di posare per la prima volta lo sguardo su singoli pianeti in sistemi stellari anche simili al nostro.
Servizio di Stefano Parisini, Media Inaf
Crediti video: Nasa Goddard Space Flight Center, Jonathan Coble
Musica: INTERSTELLAR BEAM, DI ANDREA MICHELE VINCENTI