Cheops, una piccola missione in un grande disegno
Mancano ormai meno di tre mesi al lancio di Cheops, una sonda dell’Agenzia spaziale europea progettata per osservare meglio i pianeti extrasolari di cui si conosce già l’esistenza e scoprire qualcosa sulle loro atmosfere, ammesso che ne abbiano.
Alla presentazione avvenuta presso il congresso internazionale di planetologia a Ginevra, il responsabile scientifico di Cheops Willy Benz, dell’Università di Berna, ha sottolineato come
benché la missione sia dotata di un telescopio di dimensioni ridotte rispetto ad altre missioni in programma nel prossimo futuro, la precisione e il livello qualitativo delle ottiche sia invece notevole e rappresenti la caratteristica che distingue questo satellite dagli altri. Ottiche che sono state sviluppate dai laboratori INAF di Padova, uno dei contributi italiani alla missione, come ci ricorda la responsabile del progetto.
«Salve, mi chiamo Kate Isaak e sono il project scientist di CHEOPS – CHaracterising ExOPlanet Satellite, e lavoro all’ESA ad ESTEC, in Olanda.
CHEOPS è una small mission, all’opposto di Bepi Colombo, e il suo periodo di sviluppo è stato molto breve. Sarà lanciato a metà dicembre, quindi tra pochissimo. È molto stimolante come missione, andremo infatti a misurare con grandissima precisione le dimensioni di esopianeti già noti.
L’Italia gioca un ruolo chiave nel progetto, un progetto guidato dalla Svizzera e realizzato in collaborazione con il programma spaziale dell’ESA.
L’Italia è responsabile dello specchio e delle ottiche, ma ha un ruolo importante anche all’interno dello science team nello sviluppo del programma scientifico della missione».
Servizio di Caterina Boccato e Stefano Parisini